Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione: cosa sono e come lo yoga può essere d’aiuto

Nel precedente articolo vi ho raccontato del progetto Peso Positivo va in Neuropsichiatria Infantile, che mi vede coinvolta insieme a Francesca Savoldelli per portare lo yoga come strumento di supporto ai giovani seguiti dall’IRCCS San Gerardo di Monza.

Oggi voglio fare un passo indietro e spiegare meglio perché parlo di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA): che cosa sono, quanto sono diffusi e in che modo lo yoga può contribuire a restituire ai ragazzi un contatto più sereno con il proprio corpo.

Che cosa sono i DNA

I DNA comprendono condizioni come anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata e altre forme meno note. Non si tratta semplicemente di “problemi con il cibo”: alla base ci sono vissuti profondi di ansia, paura, senso di inadeguatezza e difficoltà nel rapporto con il proprio corpo.

Negli ultimi anni i numeri sono cresciuti in modo preoccupante: in Italia si stimano oltre 3 milioni di persone che convivono con un DNA, con diagnosi che oggi arrivano sempre più spesso già in età preadolescenziale (8-10 anni). La pandemia e l’uso massiccio dei social hanno ulteriormente aumentato i casi, anticipando l’età di esordio e intensificando il ritiro sociale.

Lo yoga come supporto

In questo contesto lo yoga può offrire uno spazio sicuro, lontano dal giudizio, in cui riscoprire il corpo in modo nuovo:

  • Ascolto: imparare a percepire il corpo non come “nemico” ma come compagno, attraverso respiro e movimento.

  • Regolazione: ridurre ansia e tensioni grazie a pratiche di respirazione e posture semplici.

  • Gentilezza verso di sé: rispettare i propri ritmi e i propri limiti, scoprendo che ogni corpo ha valore.

  • Socialità: condividere la pratica con altri, contrastando il ritiro e favorendo connessioni positive.

Non sostituisce le cure mediche e psicologiche, ma può affiancarle in modo significativo, offrendo alle persone un’esperienza di movimento che nutre la mente tanto quanto il corpo.

Perché ve ne parlo

Per me, insegnare yoga in questo progetto significa portare un pezzetto di respiro e di presenza dentro un percorso spesso faticoso e pieno di sfide. Credo che il lavoro corporeo possa aprire piccole ma preziose finestre di benessere e consapevolezza. È questo il motivo per cui, accanto al racconto del progetto, mi sembrava importante condividere anche qualche riflessione più ampia sui DNA e sul ruolo che lo yoga può avere come strumento di supporto.

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Lo yoga a supporto della cura per i DCA/DNA